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L'idea, come anticipavo nella lettera del 2 giugno, è quella di condividere con voi una serie di quesiti, sui temi fondamentali della vita politica del nostro Paese: per togliere di mezzo alcune brutture accumulate in questa legislatura e per rilanciare un progetto di governo diverso dall'attuale.

Ora, la sfida referendaria consentirebbe di restituire ai cittadini la sovranità che hanno smarrito, rispetto a quanto successo in Parlamento in questi due anni.
 
Programmi elettorali travisati, chi votava per la sinistra che si ritrova soluzioni di destra, riforme calate dall'alto che già nel metodo prefigurano il merito, norme contrarie ai principi costituzionali e spesso conservatrici (o, forse, tanto per dare un tocco di novità, neoconservatrici).
 
Gli argomenti sui quali stiamo lavorando sono quelli legati alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola (con l'aggiunta di una campagna dedicata alla legalizzazione della cannabis).
 
Nello specifico: 
La legge elettorale: è necessario superare l’Italicum per avere una legge che ricostruisca il rapporto elettore-eletto. In ogni caso, come minimo, non possono esserci candidati di serie A (bloccati e presenti anche in dieci diversi collegi) e di serie B (con le preferenze), scelti in base alla loro fedeltà al capo. 
 
La riconversione ecologica dell’economia: contro lo Sblocca Italia, in particolare nella parte in cui, secondo una vecchia concezione dello sviluppo, ripropone e potenzia la politica delle trivellazioni; contro la legge obiettivo, per abbandonare la politica delle grandi opere, arretrata e fonte di gravi episodi di corruzione.
 
Il Jobs Act, per restituire dignità ai lavoratori, oggi demansionalibili per mere esigenze organizzative, licenziabili con maggiore facilità e controllabili a distanza. Ecco, con l’intervento dei cittadini, che per la nostra Costituzione sono le lavoratrici e i lavoratori, ai quali  vogliamo cominciare a restituire i diritti faticosamente conquistati nel tempo;
 
Ci impegniamo anche a vigilare sull'avanzamento della riforma della scuola, che ora sembra slittare sotto il peso di un ricatto assurdo. Nel caso venisse infine approvata nella forma che abbiamo conosciuto sin qui, ci batteremo per eliminare il preside-manager, e così tutelare la libertà di insegnamento e apprendimento e rendere più serie le valutazioni dei docenti.
A questi impegni si aggiunge la prosecuzione della campagna dedicata alla legalizzazione della cannabis, nella quale – ugualmente – vogliamo coinvolgere con tutti gli strumenti possibili i cittadini.
 
Nelle prossime ore avanzeremo una serie di proposte che metteremo subito a disposizione di partiti, movimenti, realtà politiche e sociali per formulare il miglior pacchetto possibile, pronti a discuterne con chiunque fosse interessato. E pronti a precisare, rettificare, chiarire i quesiti per renderli più forti e condivisi.
 
Una campagna crowd, partecipata, fin dalla scelta dei temi e dei quesiti e dalla raccolta delle adesioni.
 
Nessuna paternità, ovviamente, se non la proposta di provarci. E nessuna primogenitura. Sarebbe bello se i 'progenitori' fossero diversi e fossero più di un milione di cittadine e cittadini liberi.
Al termine di questa ricognizione, come sempre insieme, decideremo in base alle disponibilità raccolte i tempi e la modalità di presentazione dei quesiti e di raccolta delle firme.
 

Mi impegno a raccogliere personalmente almeno 100 firme per ogni referendum

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