Gianni Cuperlo ha scritto un appello contro la degenerazione delle tessere.

Lo ha scritto ieri, dopo la degenerazione.

Meglio tardissimo che mai, s'intende. Ma perché, caro Gianni, quando l'appello, pubblicato da tutti i giornali, è stato fatto dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Campania, e poi dal Piemonte e da altre regioni, alle prime notizie dei pasticci, non hai inteso dire nulla? Perché quando mi sono appellato a tutti i candidati perché fermassero i loro sostenitori, non hai raccolto l'invito? Ero a Palermo, due settimane fa, a dire le stesse cose che tu dici ora. Dopo che in tutta Italia tutti quanti hanno dato il via all'escalation. Davvero non potevi dirlo mentre a Lecce le tessere decuplicavano? O a Roma, dove sono addirittura arrivati alle mani?

Dici di avere vinto molti congressi, come se i candidati locali fossero legati strettamente alla proposta nazionale, poi prendi le distanze dai tuoi uomini come se fossero su un altro piano (come hai fatto con Crisafulli, qualche giorno fa) ma sei sicuro di averli 'vinti' senza degenerazione, per usare le tue belle e tardive parole?

Le cose si cambiano, cambiandole. Non si possono cambiare, invece, quando sono già cambiate. In peggio. Vale per le tessere, e non solo.

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