Smog for food?/2

Abbiamo parlato di come Formigoni si sia impegnato a investire in alberi amazzonici per guadagnarsi la possibilità, per altro già ampiamente esercitata, di inquinare. Tutto previsto da Kyoto. Tutto legittimo e onorevole, ma molto in contraddizione con quanto avviene qui da noi. Il Giornale di casa Berlusconi riesce ad attaccare DS e Verdi perché non capirebbero che Formigoni si muove nell’ambito di un trattato internazionale. Peccato che lo sappiamo e lo capiamo, solo che ci vuole qualcosa di più per lavarsi l’anima dalle polvere sottili. Sottili come i ragionamenti che in qualche redazione si fa finta di non capire. Da mesi, anche dalle colonne del quotidiano in questione, ci viene ripetuta la solfa che per l’ambiente non ci sono risorse. Nonostante ciò, siamo certamente noi maligni a pensare che Formigoni preferisca l’Amazzonia soprattutto per darsi un tono internazionale dopo lo scandalo del petrolio e per garantirsi un trattamento più comprensivo su di un fronte, quello ambientale, dove è parecchio scoperto. Tutto a telecamere accese, come piace a lui, salvo quando si tratta di confrontarsi sul serio. Del lavoro sporco, come lo smog, in Lombardia, se ne occupa solo l’Unione.

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