Mirko Tutino racconta quello che sta succedendo a Reggio Emilia (e Piacenza) sull’acqua (pubblica).

Le scelte che riguardano la gestione del servizio idrico di un territorio non possono essere un argomento riservato a pochi. Per questo, alcuni mesi dopo il referendum e con le concessioni del servizio in scadenza, la Provincia ed i Comuni reggiani hanno scelto di attivare un Forum Provinciale per l’Acqua in cui approfondire l’argomento.

A Reggio Emilia e provincia il 68% dei reggiani ha espresso parole molto chiare con il referendum ed era un obbligo per le istituzioni rispondere a questa richiesta. A questo Forum, che ha sviluppato i propri lavori nel corso del 2012, hanno partecipato i Sindaci, i Comitati referendari, le organizzazioni dei consumatori, i sindacati, le associazioni delle imprese, degli agricoltori e le associazioni ambientaliste.

Anche attraverso l’uso della diretta streaming e della pubblicazione on line dei contributi tecnici e dei documenti, sono stati illustrate numerose relazioni di esperti di rilievo nazionale ed internazionale. In particolare è importante citare il Prof. Emanuele Lobina, esperto dell’Unità di Ricerca sui Servizi Pubblici dell’Università di Greenwich ed il Prof. Massarutto dell’Università di Udine.

Con un “occhio clinico” e con uno sguardo al contesto locale ed ai suoi problemi specifici i Sindaci e tutti gli altri partecipanti hanno potuto comprendere perchè in Europa e nel mondo sono in corso numerosi processi di ripubblicizzazione, hanno letto e compreso le normative di settore ed i problemi relativi alla realizzazione degli investimenti, hanno studiato lo stato dell’arte del servizio nel territorio. E’emerso chiaramente (e dirlo in Emilia-Romagna non è cosa da poco) che le aziende quotate in borsa in futuro – ed in alcuni casi studiati anche nel presente – possono far perdere alle comunità il controllo di questi servizi e la capacità di realizzare gli investimenti utili alla distribuzione di acqua di qualità e di un buon ciclo di depurazione (che poi significa fiumi e mari più puliti).

L’obiettivo era quello di andare ben oltre un giudizio sull’esistente (affidamento alla società quotata in borsa IREN), ma di comprendere quale sarà lo scenario per i prossimi 20-30 anni.

La scelta finale, operata dai sindaci con due delibere del dicembre 2012 e del marzo 2013 è stata netta: costituire un soggetto pubblico e sottrarre alla disciplina delle gare (e della privatizzazione) un servizio di cui si vuole mantenere un controllo pubblico in capo agli enti locali del territorio della provincia a Reggio Emilia. Immediatamente dopo la scelta reggiana, anche i Sindaci piacentini hanno scelto di avviare un analogo percorso.

E’ quindi partito il lavoro, tuttora in corso, per costruire questo soggetto pubblico e sviluppare il complesso meccanismo dello scorporo dell’acqua dalla multiutiliy IREN. Le complessità sono tante, sia sul lato tecnico che su quello normativo. In particolare il Parlamento dovrà esprimersi una volta per tutte per svincolare dal patto di stabilità il settore dell’acqua e favorire il fatto che ciascuna comunità possa fare gli investimenti necessari e scegliere – senza norme che mascherano dietro la contabilità l’imposizione di modelli di privatizzazione – come governare la risorsa acqua per i prossimi decenni.

Il nuovo soggetto dovrà raccogliere l’immensa novità che si è generata con la partecipazione popolare al referendum 2011, aprendo i consigli di amministrazione ai cittadini, alle rappresentanze dei lavoratori, dei consumatori e delle associazioni ambientaliste. Cordoba, Grenoble e Napoli lo hanno già fatto.

Con un percorso di crescita culturale che ha visto gli amministratori ed i cittadini dalla stessa parte, il processo sta andando avanti ed il Forum continuerà a seguire passo dopo passo i prossimi passaggi. Con la consapevolezza che tantissime realtà italiane sono interessate a seguire lo stesso percorso.

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