Gad Lerner scrive che la mia provocazione seria di un nuovo centro sinistra (con più sinistra che centro) sia una «sceneggiata».

Lerner ha votato Cuperlo e capisco la sua amarezza, ma il fatto che se la prenda con il vostro affezionatissimo non è una novità. Anzi. C’è proprio un astio da parte sua nei miei confronti.

Ma veniamo ai fatti. Stiamo fondando con il voto necessario di Cuperlo (e quindi di Lerner) un nuovo governo, con la destra di Alfano, Formigoni, Sacconi, Giovanardi, ecc., che deve durare quattro anni.

Il 69% degli elettori (secondo Pagnoncelli) sono su posizioni analoghe alle mie: non piace loro né il modo, né la sostanza di quanto stiamo facendo.

Il farmacista sotto casa (sì, somatizzo, ho il secondo turno dell’influenza) mi ha appena detto la stessa cosa, ribadendo il concetto con uno sguardo tra l’amareggiato e il preoccupato.

Renzi ha deciso di allungare la vita a un Parlamento di cui non si fida (vedi alla voce legge elettorale) e ha stabilito con una scelta chiara che gli equilibri siano quelli di un anno (un secolo) fa. Capisco che Cuperlo abbia qualche motivo per assecondarlo, io no.

Se parlo di nuovo centro sinistra è per spiegare che c’è disagio anche tra i senatori, che c’è la convinzione che se si facesse (come si sta facendo) un governo del genere il centrosinistra (quello che abbiamo votato, se ancora ci interessa, e per il quale ci siamo candidati) non esisterebbe più.

Se parlo di questo è anche perché penso che sia stato un errore votare un odg che dice che teniamo la stessa maggioranza: siamo al «liberi tutti», del voto di febbraio dello scorso anno non ci curiamo, e allora perché diamo per scontato di fare con Alfano invece che con altri, in quello stesso Parlamento?

La mia proposta in sintesi è: sostituire la parola destra con la parola sinistra.

Oggi Renzi riceve l’incarico e speriamo che ci pensi, almeno un momento.

Sembra di no, perché leggo su Repubblica che Renzi paragona la mia posizione a quella di Formigoni e dice che sono posizioni entrambe «ideologiche», per mettere una «bandierina».

A parte che a me fa piacere essere definito «ideologico» (era un po’ che non succedeva), Renzi ha capito molto bene: se forma un governo politico, deve proprio scegliere se stare con me o con Formigoni. Secondo me, sceglierà Formigoni, ma non è un problema solo per me: è un problema per un sacco di persone che ancora si ritengono ideologiche e di sinistra. E che giustamente non ci stanno.

Se sceglierà di stare con me e con Formigoni, in nome di un trasversalismo post-ideologico (e post-elettorale, perché ci si dimentica del voto del 2013 e si rinvia al 2018 la prossima scadenza), secondo me si troverà un Parlamento che voterà cose a metà strada tra me e Formigoni, appunto. Che abbiamo già visto essere cosa che funziona molto poco, per stessa ammissione di Renzi, che ha infatti eliminato il precedente interprete dello schema trasversale: Enrico Letta, che aveva in mente la stessa cosa, solo più paludata.

Lerner è di diverso avviso, ma non si preoccupi: non saranno sceneggiate. Saranno astensionismi, scissioni personali, Tsipras e altro ancora. E uno scivolamento progressivo della sinistra verso destra, che non è una novità: succede da anni. E ci ha portato a grandissimi successi.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti