Eugenio Scalfari oggi attacca me e chi si è detto contrario alla soluzione Pd più lista civica nazionale. Sarei un vecchio, meno elastico del Pci degli anni Settanta.

Quello che non capisce Scalfari è che il mio ragionamento non è meno ambizioso del suo. Lo è di più.

Perché penso che è il Pd che deve essere rinnovato, che deve diventare ospitale per quelle forze della società che aggiungerebbero qualità e competenza alla sua proposta politica.

Per questo il Pd era nato, caro Scalfari. Non per unire Ds e Margherita (i soliti) ma per aprire una stagione nuova, in cui si componesse finalmente il dissidio tra partiti e società civile. Anzi, civilissima, come la chiamo da tempo.

Del resto, anche se Repubblica non se n’è molto curata, con Debora Serracchiani, già nell’ottobre scorso, ideammo un’iniziativa nella quale il confronto tra partiti e movimenti era (anche plasticamente) rappresentato da esponenti di diversa provenienza che si confrontavano sul palco, in una grande piazza, spesso scambiandosi di posto.

Inoltre Scalfari cita Rodotà, che Prossima Italia ha coinvolto a Canossa, all’inizio di marzo, organizzando quell’assise sulla legalità che Stefano propose nel 1992 al Pds. Noi, nel 2012, l’abbiamo proposta al Pd. E l’abbiamo realizzata.

Da ultimo, come forse Scalfari saprà, noi chiediamo le primarie per i parlamentari, per selezionarli dal basso e attraverso il confronto con i cittadini, affidando a loro buona parte della scelta. Perché questo è il punto: pluralismo e rappresentanza, in un partito di governo, con un dibattito finalmente all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte.

Resta da capire invece chi selezionerà i candidati della lista civica nazionale, che si presenta – nelle sue parole – come un vero soggetto politico (e non può essere altrimenti). Un soggetto parallelo ma inevitabilmente alternativo al Pd al momento del voto.

Chi li sceglierà i candidati? E gli argomenti? Perché se a me non va bene che la lista del Pd la compongano il segretario e i capi corrente, non capisco perché la lista dovrebbe comporla Scalfari. E sia detto con il dovuto rispetto. Che io gli riconosco, mentre lui, per tutta l’intervista mi prende in giro. Ma si sa, sono un giovane vecchio.

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