La discussione su contratto unico e articolo 18 prosegue su Prossima Italia.

C’è una versione del contratto unico meno divisiva di quella di Ichino, che il ministro Fornero sembra voler fare propria. Una versione, analoga per la prima parte, per quanto riguarda l’ingresso nel mercato del lavoro, che non tocca però la questione spinosa dell’articolo 18. Che introduce elementi di modernità, senza ‘strappare’. Che pretende un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori, conservando la flessibilità in ingresso, ma assicurando tutele progressive e un percorso chiaro verso la stabilizzazione del lavoratore. Tre anni di valutazione e poi la definizione contrattuale stabile, a cui i giovani (soprattutto) legittimamente anelano. Una trasformazione significativa, che può essere spiegata e accettata dalle parti sociali.

È la proposta del contratto unico di Tito Boeri e Pietro Garibaldi. Se ne parla poco, forse perché è la soluzione? Oppure veramente crediamo che tutta la questione si riduca all’articolo 18? E che si debba iniziare da lì?

Giuseppe Civati e Filippo Taddei

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