Sacrifico Berlusconi, non Bersani. O Prodi.

E mi chiedo da un mese, anzi, da quando andavo al liceo, perché mai dobbiamo sempre aiutare Berlusconi. E se non lo facciamo noi, troviamo qualcun altro dispostissimo a farlo.

Leggo sul Corriere che 120 parlamentari del Pd sarebbero pronti a firmare una lettera per dire che Romano Prodi non va bene. E sapete perché? Perché sarebbe troppo divisivo. E, come già abbiamo visto per l’espressione condiviso, divisivo vuol dire divisivo rispetto a Berlusconi.

Il bello del centrosinistra è che per non sembrare divisivo verso Berlusconi è divisivo (e se ne vanta, pure) verso gli elettori. Che infatti non lo votano più. Si vede che ci piace così.

Ora, lo ripeto, e continuerò a farlo fino al 18 aprile: possiamo eleggere un Presidente della Repubblica (e magari anche un premier) di alto profilo, libero dai condizionamenti della Seconda Repubblica, che voli alto, al di sopra di ogni inciucio. Che faccia o permetta di fare tutte quelle cose che, soprattutto per colpa di Berlusconi (ma perché cazzo non lo diciamo? Siamo diventati deficienti?), in questi vent’anni non sono state fatte. Anzi, in molti casi, si è fatto proprio il contrario di quello che avremmo dovuto.

Non possiamo sempre commentare le cose partendo dall’ultima puntata. La formula Monti non andava bene? Sì, ma per colpa di quello che c’era stato prima, soprattutto. L’Imu aggrava il carico fiscale? Certo, anche perché qualcuno non ha fatto nulla per intervenire sulla tassazione, promettendo di diminuirla e puntualmente aumentandola. La legge elettorale non funziona? Sì, perché qualcuno l’ha voluta e qualcuno non l’ha mai voluta cambiare, pur avendo avuto tutto il tempo e tutte le maggioranze possibili per farlo. Il nostro è un Paese che sottovaluta la corruzione? Già. Perché abbiamo prodotto un miliardo di leggi ad personam e quando siamo arrivati a discutere del pacchetto Severino non avevamo più fiato.

Sapete perché le persone e i movimenti e i bar dello sport dicono che siamo tutti uguali? Proprio perché non diciamo e facciamo cose diverse. L’occasione c’è. Probabilmente è anche l’ultima. Non facciamo stronzate. E se ci sono 120 geni della politica che vogliono firmare una lettera del genere, sarò felice di pubblicarla in questa sede. Con i nomi e tutto.

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