Io non andrei a votare. È un referendum solo propagandistico.

Meloni contro Maroni e Zaia: la principale alleata di Salvini, co-leader della destra estrema che scarica i principali esponenti della Lega, che governano con il sostegno di tutta la destra due tra le principali regioni italiane.

Lo scrive bene Stefano Catone: difficile tenere insieme i diversi «sovranismi», quello regionale, lombardo-veneto, e quello nazionale. «Noi con Salvini» torna a essere «Loro con Maroni e Zaia».

Se non fosse arrivato il soccorso del M5s e dei sindaci del Pd, soprattutto in Lombardia, la posizione fortemente critica verso una consultazione strumentale e costosa come quella proposta (una spesa che si attesta tra i 40 e i 50 milioni di euro), a pochi mesi dalle elezioni lombarde e con un contenuto che può benissimo essere affrontato dai Consigli regionali (e infatti è già stato affrontato dai Consigli regionali), avrebbe messo in risalto le contraddizioni essenziali di questa destra. Una destra nazionale, certamente: resta solo capire di quale «nazione» si tratti, con quale solidarietà nazionale e con quale tutela del «noi» a cui si richiama.

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