Come avevamo promesso, abbiamo iniziato a raccogliere le voci del dizionario #antifa – contro le fake, i fanatismi, i fascismi impastati di sessismo e razzismo.

Lo trovate qui, in evoluzione: partiamo «Gender», «Kalergi» e «Invasione», per replicare con argomenti, informazioni e dati ai tormentoni della destra e dell’ultradestra che circolano indisturbati, sul web e non solo, con grandi responsabilità dei principali media, che poco si curano delle parole, del loro uso e della violenza che a volte portano con sé.

Come scrive Carolin Emcke, secondo la quale l’odio «non è un fenomeno individuale, tanto meno casuale» è «un odio collettivo e di matrice ideologica». L’odio è organizzato: «i concetti usati per offendere, le suggestioni e le immagini utilizzate per classificare, le griglie indispensabili al giudizio devono essere preformati».

Emcke sostiene però che per replicare non si debbano colpire le persone e demonizzarle, ma indagare e smontare le idee sbagliate che professano, basate su false informazioni, criticando e impedendo le loro azioni verbali e non-verbali, separando le preoccupazioni dalle false soluzioni e intervenendo sulle ragioni senza assecondare la violenza e la discriminazione.

Ecco perché la campagna #antifa di Possibile vi propone contro-argomentazioni puntuali e dettagliate e contributi che abbiamo raccolto tra chi ha studiato questioni molto complesse che spesso troviamo riportate in modo brutale. Per dare una misura ai fenomeni e una proporzione alle cose di cui parliamo.

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