Ieri sera a Otto e mezzo mi hanno chiesto una definizione di destra, circa l’attuale corso del Pd. Ho risposto parafrasando Forrest Gump.

Oggi rovescio la questione, che vale ovviamente anche per la sinistra. Travolti da migliaia di congressi e di convegni, ogni fine settimana, propongo che si associ elaborazione a mobilitazione. Perché tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di politicismi, di tatticismi, un numero di sigle più numerose delle vecche targhe automobilistiche.

Vale per l’Italia ma vale anche per l’Europa. Perciò in occasione del weekend europeo, tra una manifestazione e l’altra, rispondendo alle sollecitazioni di Diem25 e di Varoufakis, rilancio: partiamo insieme con una mobilitazione europea sulla tassazione (che non c’è) per i grandi gruppi multinazionali (secondo ricette europee tipo il doppio irlandese o il panino olandese) e sull’esistenza di paradisi fiscali all’interno della stessa Unione e della stessa zona Euro.

Non accontentiamoci di un convegno o di un teatro pieno, proviamo insieme a cambiare le cose, a livello planetario. Se vogliamo fare la sinistra, ma soprattutto tutelare la nostra Costituzione (articoli 3 e 53, in questo caso) e difendere l’Europa da se stessa.

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