Nel monumentale pezzo di Naomi Klein, pubblicato oggi da Internazionale (lettura della settimana e non solo), è riportata un'immagine che in un colpo solo spiega tutto e spazza via la demagogia, la cattiva politica, l'indifferenza e il far finta di non capire.

Eccola.

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Come si legge nella didascalia è tratta dal libro di Eyal Weizman e Fazal Sheikh che si intitola The conflict shoreline. Bombe e droni seguono quella linea (insieme ovviamente a quella del petrolio). E ciò ha soprattutto una conseguenza:

Se le bombe seguono il petrolio e i droni seguono la mancanza d'acqua, le barche cariche di profughi che hanno abbandonato le loro case lungo la linea dell'aridità devastata da guerra e siccità seguono entrambi. E la stessa tendenza a disumanizzare l'altro che ha giustificato le bombe e i droni oggi viene applicata ai migranti, quando si dipinge il loro bisogno di sicurezza come una minaccia per la nostra, la loro fuga disperata come una pericolosa invasione. […] Le due questioni sono frutto della stessa logica. Una cultura che attribuisce così poco valore alla vita di chi ha la pelle di un altro colore da lasciare che degli esseri umani siano inghiottiti dalle onde o si diano fuoco nei campi di detenzione, sarà disposta a lasciare che scompaiano tra le onde o siano arsi dal sole anche i paesi in cui quegli esseri vivono. […] Prima o poi il cambiamento climatico sarà una minaccia all'esistenza di tutta l'umanità, ma per ora discrimina, colpisce prima e con forza i poveri, che siano quelli abbandonati sui tetti di New Orleans durante l'uragano Katrina del 2005 o i 36 milioni che secondo l'Onu soffrono la fame nell'Africa orientale e meridionale a causa della siccità.

Il resto lo trovate in edicola. E nella politica di pochi, in Italia e in Europa, che il problema se lo pongono.

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