Valigia Blu lo ha notato subito: c’è qualcosa che non va nella cosiddetta ricerca di Confindustria sulle conseguenze del referendum di ottobre (sempre che si tenga ad ottobre, peraltro).

Del resto, per capire a che livello siamo arrivati, basterebbe la dichiarazione del presidente degli industriali, che dichiara: “Serve stabilità” perché “non si può votare ogni sei mesi come in Spagna”. Infatti abbiamo votato nel 2008 e nel 2013. Ogni sei mesi. Giusti giusti.

Ora che il Pil precipiti se vince il No come se fosse una Brexit (che non c’entra un fico secco con la non abolizione del Senato e che non precluderebbe proprio nulla) è un dato totalmente campato per aria, anche perché nel caso – proprio perché serve stabilità – ci verrebbe proposto l’ennesimo governo di larghe intese. Più o meno uguale ai precedenti, che guarda caso Confindustria ha sempre salutato con favore.

Più che uscire dalla Ue qui sono tutti usciti di senno: a furia di ripetere che non ci sono alternative e che la stabilità è d’obbligo, non si ragiona più. Poi se le persone si ribellano e si inalberano è colpa loro: non della classe dirigente. Quella non sbaglia mai. E non si può cambiare: perché serve stabilità. E del resto funziona tutto così bene, no?

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