Ieri un senatore di Ala (alleato o forse aleato del Pd nella ennesima nuova maggioranza che governa il Paese) ha attaccato Roberto Saviano alla radio, dandogli del farlocco e chiedendo che gli sia tolta la scorta.

Mi aspettavo che ci fosse un profluvio di dichiarazioni di solidarietà per Saviano, mentre tocca registrare che a parte un comunicato della candidata del partito della nazione a Napoli (reduce da una conferenza pubblica con il leader di Ala e stratega di maggioranza, Denis Verdini) non sia intervenuto praticamente nessuno. In tarda serata Ala ha cercato di correggere il tiro, ma dopo gli attacchi di Verdini stesso a Capacchione è sembrata una smentita tardiva è molto parziale (del resto, non può che essere così).

Segno dei (brutti) tempi che stiamo vivendo: ormai certi comportamenti sono da ritenersi normali proprio perché abituali. E le parole di troppo si depositano, una dietro l’altra, come se niente fosse. Spostando sempre più in là la bandiera delle cose che si possono dire. E che quindi si dicono, così, senza curarsene più di tanto.

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