Denis Verdini era certamente il braccio destro in campo politico di Silvio Berlusconi (un po’ come Fedele Confalonieri lo era in campo aziendale).

Denis Verdini aveva qualche problema giudiziario (credo che sia arrivato al quarto rinvio a giudizio, per questioni come quella di ieri – la corruzione – particolarmente odiose per un politico).

Denis Verdini – lo scrive in un libro intero il suo braccio destro (braccio destro del braccio destro) – è stato protagonista dell’evoluzione del patto del Nazareno, su cui tutto si fonda. Un patto costituzionale che ha superato la Costituzione stessa. Senza Verdini, non ci sarebbe stato il governo né una maggioranza così stabile.

Denis Verdini è amico del premier e del suo braccio destro e nessuno di loro si offenderebbe per la definizione. Anzi. Fa fico, nella Terza Repubblica (o, forse, nel primo Principato), avere amici un po’ così dall’altra parte della barricata, anche perché la barricata è stata demolita.

Ora, sulla base di queste informazioni note a tutte, perché da ieri è tutto un interrogarsi sul caso Denis? Qual è la sorpresa? Perché essere così stupidamente ipocriti?

Il Pd, dopo avere contratto l’alleanza per governare (per soli due anni!) con Berlusconi e Alfano e Verdini, ha deciso (votato) di proseguire fino al 2018 con Alfano e Verdini. Anche questo piccolo particolare lo ricordate? E la decisione fu ispirata dalla minoranza del Pd in direzione nazionale, liquidando il troppo cauto Letta, che ancora conservava un po’ di pudore. E si sentiva in dovere, ogni tanto, di giustificarsi (anche se a garantire, anche allora, c’era il braccio destro di Berlusconi in campo governativo, diciamo così, incidentalmente anche zio del premier). Per tutti garantiva il Presidente Napolitano – vero segretario del Pd – che non ha mai ravvisato alcun elemento di preoccupazione nel sollecitare tutti ad abbracciarsi, tipo il lupo dormirà con l’agnello. Chi aveva qualche dubbio in proposito è stato marginalizzato, ricordate?

Ora, in tutta sincerità, mi sarei aspettato ieri e oggi da parte del Pd un moto di solidarietà verso l’amico Denis. Anche all’insegna del garantismo (quando conviene) dell’attuale premier. Insomma, un amico viene condannato, perché lasciarlo solo? Oltretutto sarà prescritto, lo spettacolo potrà continuare.

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