Riccardo Barenghi, Gaber, Silone e le ragioni per cui abbiamo fondato Possibile. E per cui le persone in questi giorni tornano a iscriversi (così fuori moda, iscriversi e sottoscrivere un progetto politico…), cento a cento, giorno dopo giorno.

Sotto il fuoco nemico dei governisti a tutti i costi, anche quando si tratta di smentire se stessi e quello che si è sempre sostenuto, fino a settimana scorsa.

C'è un'«uscita di sicurezza», fatta di politica e non di potere. Di cultura e di pratica democratica. Di civismo e di passione per quella politica che sembra non esserci più, basata sul consenso informato, sulla discussione e sulla valutazione delle soluzioni migliori per raggiungere gli obiettivi di uguaglianza, di rispetto delle persone e delle loro differenze, di concorrenza leale e di rispetto delle regole.

Perché la politica non rispetta le promesse e promette cose che non può mantenere (e che non dovrebbe proprio poter permettere, vedi l'ennesimo caso Alfano).

Un articolo da stampare e volantinare.

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Scrive Barenghi:

Oggi l'identità è Renzi e il suo progetto di Partito della nazione, ovvero di un qualcosa che attiri chiunque, elettori, dirigenti, funzionari, da sinistra a destra. Non importa cosa pensassero o facessero prima, importa che condividano le idee del leader (o viceversa).

Se ne può anche discutere in un congresso, naturalmente, ma è molto probabile che quel congresso lo vincerebbe Renzi (che ha dimostrato un'enorme capacità di prendere di esercitare il potere il partito e nel Paese). A quel punto la minoranza uscirebbe con le ossa ancora più rotte di adesso (e già le fratture sono molte e dolorose).

Che fare?, avrebbe detto Vladimir Lenin. C'è solo la strada su cui puoi contare, aveva risposto Giorgio Gaber quarant'anni fa. Mentre Ignazio Silone, dieci anni prima di Gaber, aveva intitolato il libro in cui racconta il suo tormentato addio al Partito comunista «Uscita di sicurezza».

In certi casi, e questo sembra proprio uno di quei casi, restare in una casa, in una vita che non ti appartiene più diventa un’operazione autolesionista.

Sarebbe meglio prenderne atto e partire armi bagagli per una nuova avventura politica. Qualche compagno di avventura lo troverebbero sicuramente lì fuori, sulla strada. Certo ci vuole coraggio: Mai dirigenti della sinistra del Pd non sono don Abbondio. Quello che il coraggio, se non ce l' hai, nessuno te lo può dare.

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