L’ammissibilità di uno dei referendum contro le trivellazioni conferma che il governo continua a portare avanti politiche fossili, non superate neppure dai maldestri interventi dell’ultima ora per cercare di evitare la consultazione popolare. 

Se il governo non cambierà radicalmente la sua politica energetica e il referendum si farà, chiediamo che vi sia un election day (meglio: un giorno solo) in cui i cittadini possano votare per una diversa scelta energetica (e quindi contro le trivellazioni) insieme alle elezioni amministrative.

Scegliere diversamente sarebbe una mossa pessima, che  abbiamo sempre contestato negli anni passati (e siamo certi che l’attuale premier aveva fatto altrettanto, quando al governo c’erano altri). 

Lo steeso premier aveva ipotizzato che il referendum costituzionale fosse abbinato alle elezioni amministrative: poi le cose sono andate più ‘lunghe’ del previsto e per il referendum costituzionale si voterà a ottobre. Ma l’argomento resta, anzi è rafforzato da questo slittamento: perché se non si abbinasse il referendum alle elezioni, molte italine e molti italiani si troverebbero chiamati a votare addirittura quattro volte, quest’anno (referendum abrogativo, primo e secondo turno delle elezioni, referendum costituzionale).

Costi assurdi e un evidente tentativo di indebolire la consultazione referendaria e di umiliare la rappresentanza, come già segnalato in altre occasioni.

Se davvero si vuole «risparmiare!» e «semplificare!» e «dare voce ai cittadini!» non si faccia esattamente il contrario.

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