Nel corso del dibattito sull'organizzazione di Possibile, proporrò di definire meglio come la nostra rete possa collaborare con le reti di altri.

La formula è quella della compagnia aerea: non c'entrano aerei del premier o F-35, ma l'idea che Possibile possa avere delle partnership dichiarate e reciproche con molte organizzazioni politiche, sociali e culturali, come accade per alcune compagnie, che dichiarano di volare «in collaborazione con» altre o condividendo parte dell'«itinerario», vale a dire del percorso. 

Le organizzazioni, nella proposta che avanzo, potranno perciò continuare a collaborare in modo episodico, su singole iniziative, come è accaduto già in molte occasioni, oppure scegliere una collaborazione più stretta e permanente, come già accade, con nostra soddisfazione, con Green Italia, ad esempio. Scegliere Possibile come partner, insomma, e chiedere a Possibile di fare lo stesso.

Una volta stabilita la partnership (perdonate l'inglesismo), i singoli aderenti a quella organizzazione possono iscriversi a Possibile (e viceversa: gli iscritti a Possibile possono dare la loro adesione a quella organizzazione), raddoppiando gli effetti della collaborazione: individuale e collettiva, in un meccanismo che più che alla vecchia federazione, fa pensare alla nuova (e inedita) condivisione.

Ciò supererebbe anche le nostre cautele circa la doppia tessera, evidentemente: nonostante molti abbiano voluto scorgere chissà quali sofisticherie e malizie, abbiamo pensato che non fosse il caso che ci fossero aderenti di Possibile e al contempo al Partito della Nazione, per capirci. Per non creare confusione, per non fare pasticci.

La metafora della compagnia area non ci deve far pensare né a uno scambio commerciale (sarà uno scambio ideale, ovviamente), né a un tratto troppo evanescente: se di «condivisione» e di «compagnia» si tratta, è perché pensiamo che debba sviluppare progetti concreti e un lavoro sul campo.

Per le stesse ragioni, non ci sarà alcuna egemonia da esercitare: come è capitato con la campagna di Accogliamoci, Possibile si aggiungeràseguirà altri, per capirci, con tutta l'umiltà del caso. Ad esempio, non negherà il proprio sostegno a chi promuoverà campagne in cui si riconosce, né cercherà di appropriarsene, assumendosi solo la responsabilità di condividerle e di farle funzionare.

In attesa di conoscere i progetti della coalizione sociale, delle altre forze politiche autonome (autonome per davvero, però) rispetto allo schema del supermegacentro del partito unico, di tutti coloro che già operano e di altri che arriveranno, propongo che Possibile si metta a disposizione nelle formule sopra delineate. E lo faccia partendo dalle comunità locali, dove c'è molto da fare e molto da imparare.

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