Leggo che Cgil è pronta a presentare i quesiti referendari sul Jobs Act. Qualche mese fa, a febbraio, uscì la stessa notizia, poi com’è noto si preferì non proseguire. Speriamo che questa volta l’impegno si traduca in iniziativa referendaria davvero.

Lo stesso vale per l’Italicum: sono stati depositati in Cassazione due quesiti che darebbero lo stesso effetto (in un caso identico, nell’altro analogo) ai nostri due quesiti.

Insomma, il pacchetto promosso da Possibile a maggio torna d’attualità. E abbiamo la possibilità di ricontattare le centinaia di migliaia di persone che hanno firmato già, perché tornino a farlo. Un patrimonio democratico che saremmo lieti di condividere con tutti i soggetti interessati, come già Possibile fece all’atto della sua stessa costituzione.

Altri ci stanno chiedendo di promuovere un quesito su inceneritori e rifiuti. Nessuna notizia invece per quanto riguarda la scuola: dispiace osservare che – come noi temevamo – il movimento si è parecchio raffreddato.

Insomma, salvo rare eccezioni, sembra che tutti siano diventati referendari. E noi ci siamo, abbiamo i banchetti caldi (peraltro prosegue come sapete la campagna #iostoconMax perché il fine-vita sia discusso in Parlamento), con il solo rammarico che le firme che si raccoglieranno l’anno prossimo porteranno i cittadini a votare tra due anni (e non appunto l’anno prossimo, come avremmo voluto: unica ragione della nostra ‘forzatura’ sui tempi).

Unica perplessità: l’anno prossimo sarà un anno complicato, ci sono le Amministrative e la primavera sarà densa di appuntamenti e, con ogni probabilità, in autunno si terrà anche il referendum costituzionale, a meno che i parlamentari non votino bene (sappiamo però che di solito votano male…) e fermino queste pessime riforme. Ciò significa che si tornerà a raccogliere le firme d’estate, cosa che tutti quanti quest’anno hanno escluso fosse ragionevole. Noi, però, ci saremo anche in quel caso. Abbiamo i quesiti, abbiamo i banchetti: se tutti si convincessero davvero, sarebbe fantastico.

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