Leggo oggi sul Fatto la dura presa di posizione dei presidenti delle regioni (molti dei quali espressione del Pd) che dicono che loro di inceneritori non vogliono sentire parlare.

Tutti si esprimono in modo contrario alla decisione del governo di autorizzare la costruzione di altri dodici inceneritori, con tonnellaggio notevole come si conviene a un Paese che non sceglie la strada dell’Innovazione.

La mia domanda a questo punto è: se tutti sono contrari alle trivelle, agli inceneritori e molto scettici verso la proliferazione di nuove autostrade e in generale contrari alla centralizzazione delle decisioni, perché cazzo (licenza poetica) tutti quanti i rappresentanti di quelle regioni, di quei territori e di quelle comunità hanno votato lo Sblocca Italia? Perché nessuno ha voluto raccogliere le critiche che piovevano copiose sul decreto in questione? Perché si è fatto finta di niente pur sapendo che le indicazioni contenute nello Sblocca Italia comprometteranno il futuro del nostro Paese nei prossimi anni? E perché gli amministratori locali – come Rossi, paladino della sinistra compiacente verso il governo – se ne sono stati zitti zitti solo qualche mese fa?

Misteri del conformismo e dell’irresponsabilità.

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