È già terminato il Consiglio dei ministri convocato per autorizzare la questione di fiducia sull’ Italicum. La riunione è durata appena 5 minuti.

Una scelta forzata, non giustificata da nessun elemento, né numerico, né politico, e molto discutibile sotto il profilo regolamentare.

A me dispiace ma come scrivevo giorni fa è come se l’Italicum fosse già entrato dentro di noi e dentro le istituzioni repubblicane: decide il governo, il Parlamento si adegua. E non è il secondo a controllare il primo, ma il contrario.

Alle perplessità anche di ordine costituzionale sul testo della legge si aggiungono così (almeno per me) i motivi di contrasto alle scelte di metodo che si sono volute assumere. Che maturano in queste ore ma che erano state predisposte da settimane, con una notevole premeditazione. I precedenti? La legge Acerbo e la legge truffa che qualcuno, inopinatamente, ha ricordato anche dai banchi della maggioranza. Senza rendersi conto della gravità di quello che è accaduto oggi.

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