Ci si abitua a tutto. A gravissime accuse di brogli vissute con nonchalance, a esponenti della destra che organizzano il voto alle primarie come se fossero militanti organici al partito, al trasversalismo senza confini e al trasformismo di tutti (e di tutte le cose).

Del resto, ci si è abituati al governo con la destra, alla riduzione di spazi per l’alternativa e per l’alternanza, al 3%, alle liste bloccate, al modello di sviluppo (degli altri), a patti non detti, alla riduzione dei diritti dei lavoratori e all’aumento della precarietà, a tutto e al contrario di tutto.

Chi non si abitua è un gufo e uno scissionista, fuori moda e fuori tempo. È strano. È lontano dal comune sentire. E chi non vota più, si esclude da solo (in altri casi, come nel Senato, lo si esclude per legge).

A me questa cosa piace pochissimo, tanto che mi sento come Bruce Chatwin. Mi chiedo però che cosa ne pensino gli altri, soprattutto gli elettori, che si sono sempre detti contrari a tutto questo. E perché protestino così poco. E perché tutto scivoli via.

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