Stefano Folli commenta dicendo che sarei interprete di una linea dura e massimalista.

Che poi sarebbe (riepilogo):

– chiedere il rispetto del mandato elettorale, quello delle elezioni politiche e anche quello delle primarie: non ricordo che Renzi un anno fa proponesse l’abolizione dell’articolo 18, le infrastrutture di Berlusconi via Lupi, un Parlamento per tre quarti formato da nominati, le larghe intese forever e molte altre cose che, invece, sono successe;
– pretendere che non si pasticci la Costituzione e che se si vuole mantenere il Senato non si creino le condizioni per una camera dell’assurdo come quella preparata in questi mesi al Nazareno;
– scrivere un programma di governo sul quale misurarsi e un patto con i cittadini che si ispiri ai principi della sinistra di governo e della difesa e promozione delle istituzioni repubblicane;
– segnalare che le misure in campo economico non si sono rivelate risolutive, anzi, che ci si è dimenticati dei poveri e che non si sono condizionati gli sconti fiscali all’innovazione e alla qualità del lavoro;
– dichiarare l’ovvietà di un semestre europeo completamente sprecato;
– chiedersi perché il Pd voglia diventare Partito della Nazione, al centro, con uno sguardo a sinistra e due a destra, e non un partito rappresentativo del centrosinistra in alternativa alla destra;
– faticare nell’inseguire promesse che si sovrappongono a promesse.

Potrei andare avanti così tutto il giorno, ma preferirei non ripetere cose che tutti sapete.

Dopo le slide artigianali di ieri di Christian Raimo, mi procurerò dei cartelloni e dei pennarelli molto grossi. Magari così funziona.

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