Leggo che Beppe Grillo mi attacca perché non ho risposto alla lettera del M5s sulla Corte costituzionale. Il giorno dopo lo Sblocca Italia (a cui ho votato contro) e nel pieno della ‘battaglia’ sul Jobs Act dice che sono una pecora che ha il coraggio di don Abbondio. Fate voi.

Se gli rispondo è perché la stessa proposta che avanzano loro – da me e da altri prima di me (come Monaco e Tocci) – è stata pubblicata quattro mesi fa.

Chiedevamo due nomi super partes che tutto il Parlamento avrebbe potuto votare. E abbiamo ricordato, in ogni occasione pubblica, che il patto del Nazareno avrebbe dovuto lasciar spazio a indicazioni meno politicizzate, denunciando a ogni votazione la debolezza delle proposte dei principali gruppi politici.

Capisco che mentre si insulta a squarciagola sia difficile ragionare, ma sarebbe stato carino se qualcuno del M5s avesse risposto – in quattro mesi, non in ventiquattro ore – ma non mi pare sia successo.

Nessuno aveva fatto polemica, però: la polemica è esclusiva di Grillo, che con il suo metodo – a cominciare dall’inizio della legislatura – continua a prendersela con chi ha una posizione autonoma. Chissà come mai.

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