Il prossimo 26 ottobre un vasto gruppo di cittadini che non concordano sul progetto della nuova autostrada Tirrenica, si ritroveranno per affermare nuovamente la debolezza di un progetto già fortemente contrastato da amministrazioni locali e associazioni ambientalistiche.

Siamo convinti che gli investimenti pubblici e privati siano l’unico volano di una crescita troppo a lungo frenata da un politica europea declinata solo sulle variabili di contenimento di ogni spesa. Riteniamo, invece, che sia tempo non solo di pensare alla quantità degli investimenti, ma anche alla loro qualità.

Che ricetta è quella che passa attraverso investimenti pensati qualche decennio fa, che ricetta è quella di investimenti che non permettono a tutte le ricchezze di un territorio di essere valorizzate?

Esiste una via alternativa tra il fare un’opera e non farla: si può farla bene, ascoltando e concertando con le comunità coinvolte criteri, tempi, ricadute economico finanziarie dell’opera e possibili alternative.

Si possono avviare lavori che permettano alla costa tirrenica toscana e laziale di dotarsi di una necessaria viabilità moderna, sicura, interconnessa con le vie marittime e ferroviarie e che non mortifichi le altre enormi risorse del territorio: quelle paesaggistiche, artistiche, archeologiche.

Un territorio delicato e bellissimo come quello dell’alta e bassa Maremma, merita grande attenzione ed ogni progetto industriale necessita di andare ben oltre la valutazione di impatto ambientale, deve essere ripensato in chiave di archeologia preventiva (come impone in trattato della Valletta).
Dunque l’invito a valutare nuovamente il progetto di adeguamento dell’attuale via Aurelia, non appare la posizione di chi intende fermare ogni forma di investimento, bensì quella di chi pensa alla qualità e degli investimenti.

Maria Grazia Rocchi e Giuseppe Civati, deputati Pd

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