Così, notavo la coincidenza.

Poi magari interviene l’amico Verdini e sistema tutto. E i renziani che chiedono il voto – tipo Giachetti, che preferisce andare a votare così, senza nemmeno cambiare la legge elettorale (quella che avremmo dovuto fare subito, ricordate?) – lo fanno solo per fare scena.

Però è il 25 aprile. E sto rileggendo Bobbio, quella cosa sulla differenza tra destra e sinistra che compie 20 anni. E che forse dovremmo compiere davvero.

Magari facendo una legge elettorale che piace a noi (e non alla destra) e tornando a votare con una coalizione di centrosinistra, alternativa alla destra, appunto, come chiedo (inutilmente) da tempo. Peccato avere scelto un’altra strada, e aver conservato (a proposito di conservatori) lo schema logoro e logorante delle larghe intese (addirittura doppie) promettendo di andare avanti così fino al 2018.

Sarebbe bello che si lasciasse la parola ai cittadini, come chiede anche Giachetti, seppur con qualche mese di ritardo. Facendo promesse che manteniamo e costituendo governi che li rispettino. Con una rappresentanza parlamentare rinnovata.

Peccato. Anche perché poi magari non si riesce. E più che andare al 2018, si torna al 1998.

P.S.: qualche giorno fa, il governo faceva capire che si possono fare le riforme anche senza Berlusconi. Benissimo. È venuto il momento per verificare se si trattava di una boutade o di una cosa seria. Cominciamo dalla legge elettorale? E le altre le facciamo nella prossima legislatura?

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