Leggo parecchi articoli in cui sarei nominato come Ministro della Repubblica. Ringrazio perché fa sempre piacere essere citati, ma le notizie riportate sui principali quotidiani non hanno alcun fondamento, almeno nel mio caso.

Non partecipo in nessun modo al toto ministri, né sono stato coinvolto da nessuno in questi giorni di consultazioni molto convulsi.

Leggo di larghe intese che diventano larghe estese, ministri del governo in carica che lavorano alla formazione del governo entrante, come se fosse normale, un migliaio di sottosegretari pronti a servire il Paese.

E penso che un governo staffettoso sia un errore, soprattutto se la maggioranza rimarrà la stessa e addirittura se avrà l’obiettivo di durare fino al 2018 (novità di ieri, per confortare i deputati e rinviare sine die la data del voto). Non capisco perché dovremmo passare dall’orizzonte del 2015 a quello del 2018 (che ricordano le date della prima guerra mondiale). Non capisco perché non andare finalmente a votare, una volta approvata la legge, così da chiudere una fase pasticciata e confusa. Che non solo non finisce, ma addirittura prosegue, con rinnovato slancio.

E per ora, con le informazioni che ho, mi fermo qui.

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