Come promesso, eccomi qui con le linee d'azione per i prossimi mesi.

Parto da un'immagine che mi ha molto colpito, a Reggio Emilia: un foglietto, appeso tra la folla, che diceva «We love Civati's People».

Siccome anche io, nel mio piccolo, provo un sentimento di affetto e di gratitudine («I love you back», insomma), vi faccio una proposta.

Nel 2014 non c'è motivo di tenere il «Civati», ma di dare un nuovo protagonismo a quella «People».

E, come per i re magi, i campi d'azione sono tre.

Il primo riguarda il Pd, dove, a cominciare dalla direzione del 16 gennaio, porteremo le nostre proposte, cercando di condividerle con la nuova segreteria e con le altre anime, in un'accezione non correntizia. Proporremo un metodo (che la Costituzione pretende essere «democratico», come sapete) e lo metteremo immediatamente a disposizione di tutti quanti, com'è giusto fare. Un metodo democratico, partecipativo e rappresentativo, che contribuisca ad aggiornare una discussione sulla forma (e la sostanza) del partito ferma da vent'anni. Con l'atteggiamento dei re magi, che fanno tanta strada, e portano belle cose, per omaggiare non tanto il leader, ma l'idea di politica che abbiamo a cuore. E che dobbiamo condividere, a tutti i livelli, perché diventino popolari cose che ancora non lo sono.

Il secondo si riferisce alle scadenze elettorali, dove proporremo un #civoti rinnovato, sia per quanto riguarda le segreterie regionali (i Congressi sono alle porte), sia per le candidature alle elezioni europee, cercando le persone migliori (tipo Diogene) e promuovendo un nuovo gruppo dirigente, come abbiamo fatto durante le primarie, insistendo fino alla nausea sulla natura collettiva della nostra candidatura.

Il terzo è collegato al lavoro della rete e del grande social network che si è costituito in questi mesi. Che ha parlato e fatto parlare dentro e fuori il Pd, che ha avuto un sostegno tra gli elettori tradizionali, quelli sulla soglia, i «voterei ma non posso», i delusi, i pentiti, gli ottimisti e millemila soggetti in giro per l'Italia, che a diverso titolo hanno partecipato alla nostra sfida.

Quella corrente da costruire non dentro il Pd, per dividersi chissà quale potere, ma fuori, nella società, facendo circolare idee e cultura politica, insistendo sugli argomenti e sulle questioni, facendole diventare ove possibile mainstream (e mi dispiace per gli hipster, questa volta).

I punti d'attacco saranno tre:

la questione politica prima ancora che morale che riguarda corruzione, evasione, conflitto d'interessi, posizioni di rendita. Il problema più gigantesco del nostro Paese. Quello dove recuperare le risorse e da cui partire per ricostruire una nuova Italia. Quello curiosamente snobbato un po' da tutti.

La costruzione di un percorso verso una nuova Europa che si tenga alla larga da alcune sparate e che però assuma il problema della rappresentatività delle politiche della Ue: disuguaglianza e rappresentanza saranno al centro di questo lavoro. Se uno portasse in Italia un programma come quello di De Blasio, ha scherzato Crozza, lo brucerebbero vivo. E brucerebbero le sue ceneri. E invece dobbiamo ripartire dalla disuguaglianza e dalla disparità di condizioni, su scala nazionale ma non solo. E capire come le istituzioni italiane ed europee possono provare a cambiare questi rapporti di forza, prima di venire infilzati tutti quanti dai forconi. E a quale crescita vogliamo guardare, perché anche su questo il nostro Paese ha dato messaggi contraddittori, anche in questi ultimi mesi.

Il terzo, è un progetto ancora più ambizioso. Riguarda il ruolo dell'Italia, l'occasione di Expo 2015, e l'idea che dovremmo cambiare politica estera. E dedicarci non tanto alle armi e alla difesa muscolare che sembra appassionare anche questo governo. Destinare invece le risorse all'unica guerra che ci interessa combattere: quella alla fame. E tutti penserete: Civati è impazzito, vuole occuparsi della fame nel mondo. Sì, è proprio così. Vorrei occuparmi della fame, della sana alimentazione, della promozione del nostro territorio e dei suoi prodotti, della difesa del suolo, del bilancio alimentare, della riduzione degli sprechi, di una conversione ecologica che questo Paese considera troppo poco. E così anche il Pd, vecchio e nuovo. E penso che l'Italia potrebbe dire che a noi interessa rappresentare un nuovo mondo, che siamo piccoli e pasticcioni, ma quello lo sappiamo fare. Come dice Roberto Burdese, diventare una superpotenza dell'alimentazione. Il posto in Europa e nel mondo dove si discute.

Per ognuno di questi tre punti, ci sarà un lavoro specifico, iniziative legislative (anche popolari), appuntamenti e manifestazioni e la solita, incessante produzione di contributi.

Poi certo proseguirà il lavoro della People anche sui temi d'attualità: sulla legge elettorale e sulle riforme, sui diritti civili (quando parlo di legalizzazione delle droghe leggere non lo faccio solo per provocare Giovanardi), sui tanti temi che già conoscete e che continueranno ad appassionarci.

Un lavoro che non serve a uno scopo preciso (anche perché non è servo di nessuno), non ha finalità tattiche, se non l’obiettivo di arrivare a un cambiamento che tanti annunciano ma si fatica a scorgere da molti anni.

Sarà vietato pronunciare la parola rivoluzione prima di averne realizzata qualcuna. Perché di promesse ne abbiamo fin sopra i capelli.

Chi vuole partecipare, per ora, può continuare ad utilizzare il mio indirizzo: civati chiocciola gmail punto com.

Nei prossimi giorni, oltre al cosa, discuteremo anche del come.

Ancora buon anno e tanti auguri di buon lavoro.

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