Se davvero le larghe intese non dovessero produrre una nuova legge elettorale capace di restituire ai cittadini il (pieno) diritto di voto e la scelta dei parlamentari, si dimostrerebbe definitivamente la loro inutilità.

Nessuno sembra volerlo notare, ma il governo frutto di un accordo innaturale (per non dire abnorme) tra la destra cialtrona e la sinistra incerta avrebbe dovuto fare come prima e forse unica decisiva cosa la nuova legge elettorale.

In aula abbiamo colpevolmente bocciato la mozione Giachetti, da due anni Quagliariello e Violante si cimentano su bozze più o meno complesse (dall’ungherese allo spagnolo rivisto fino al Violantum), per non parlare del fatto che le precedenti larghe intese con Monti e gli stessi protagonisti delle intese di oggi hanno già fallito: questo è lo schema in cui ci muoviamo.

Tornare al Mattarellum, in questo disastro, sarebbe la cosa più semplice. E più seria. E necessaria, a proposito di necessità.

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