Peccato che mi sia ritrovato in totale solitudine, tra i candidati, a denunciare l’escalation delle tessere.

Ora tutti rimproverano gli altri, e mai se stessi, per i numeri che, da Milano a Trapani, avrebbero cambiato le reali proporzioni dei congressi locali. È tutto un accusarsi: non sai cos’è successo qui, che cosa hanno combinato là, che vergogna…

Mi dispiace, ma mi piacerebbe stare in un partito in cui tutti dicessero per tempo che le tessere si fanno una per volta, che non si iscrivono in massa persone – magari straniere (che fa ancora più tristezza) – per battere gli avversari con metodi che poi non piacciono a nessuno. Fin troppo facile dirlo dopo, e magari lamentarsene, come oggi fanno molto colleghi in Parlamento.

Peccato che i candidati che questi colleghi sostengono non abbiano speso nemmeno una dichiarazione per evitare i pasticci. Per il bene di tutti e non solo per il bene (e il male) di qualcuno.

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