Come scrivevo qui sotto, ho votato no sia all'emendamento, sia al sub-emendamento (li ho definiti rispettivamente parecchio discutibile e orripilante, pensavo si fosse capito) alla legge contro l'omofobia, anche perché il testo iniziale era molto diverso e avevo apposto la mia firma su quello, come per altro più di duecento parlamentari, a riprova del fatto che una motivazione laica maggioritaria in Parlamento ci sarebbe.

Sul voto finale, invece, ho detto sì, per due ragioni: perché il Pdl ha votato no, mentre M5s e Sel si sono astenuti, per lasciare andare comunque la legge in Senato. In secondo luogo, come spiegavo ieri, il mio auspicio e quello di altri parlamentari del Pd è che la legge in Senato vada avanti (su questo ha ragione chi dice che è più importante di ogni altra cosa e di ogni altra considerazione), e possa migliorare.

Dipende dalla maggioranza che sceglieremo: il Pdl fa sapere con il suo no che la legge non la vuole proprio (e anche per questo non volevo essere confuso). Le minoranze invece sono pronte a dare il loro contributi per togliere i passaggi contestati. Il Pd cosa farà? Se fossi segretario non avrei alcun dubbio.

P.S.: in ogni caso, per chiarezza ulteriore, sono le larghe intese e la loro impostazione politicissima che ci portano a cercare dentro la nostra maggioranza il consenso per approvare i provvedimenti (capisco che sia difficile da capire, ma una maggioranza che si autodefinisce politica funziona così). Ieri, per esempio, è passata la linea di Scelta civica, che conta su Buttiglione, Binetti e Gigli, per intenderci.

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