Oggi Repubblica, nella sua pagina dedicata alle correnti del Pd, che sembra Wikipedia, e che ha più ritratti del Louvre (tutti con l'espressione della Gioconda), mi ha dedicato un pianeta della galassia democratica. Sono soddisfazioni.

Il punto, però, è che bisogna cambiare sistema solare. E non iscrivere quello che c'è già, alla propria corsa, ma andare in cerca di qualcosa di nuovo. Il pianeta che ancora non c'è, dove dimorano – nemmeno si trattasse di un racconto di Voltaire – i delusi, gli astensionisti, gli amministratori che non si fila mai nessuno, gli attivisti giovani e i ragazzi dentro che continuano a montare feste, a frequentare mercati e ad animare consigli comunali, ma nessuno interpella mai.

In quel pianeta vivono abitanti che diffidano degli attuali dirigenti del Pd (li considerano marziani) e non intendono fare più sconti a nessuno. Non credono agli atteggiamenti saturnini di chi vorrebbe tornare malinconicamente a quello che c'era prima, non si fidano dei satelliti dei pianeti più grossi che intendono aggirarsi per sempre intorno alle posizioni consolidate, non pensano che orbite troppo lontane e distanti tra loro possano convergere.

Hanno la luna, ma gliel'hanno provocata gli ultimi sei mesi. Luna piena, fin dalla notte dei 101.

A loro è dedicato, almeno per me, questo Congresso. Con me non ci sarà nessun ministro dell'attuale governo, né alcun rappresentante della numerosa falange dei killer di Prodi: quelli che finiscono in -ani – che sembra di stare su Star Trek – hanno già trovato il posto dove andare. Anche i vulcaniani, con le loro orecchie a punta. Con me ci saranno sindaci di piccoli Comuni che fanno innovazione e sostenibilità, giovani occupanti del Pd e della sinistra, pericolosi amici della Costituzione ed eversivi del Mattarellum, compagni di tutte le età e nuovi amici che vogliono cambiare le cose. Tutte o quasi.

Che pensano ci voglia un partito, ma non il partito che conosciamo già. Che vogliono mandare a casa tutti ma sulla base di una rottura dello schema che abbia più profondità e nello stesso tempo più futuro.

Gli altri, affezionati al loro pianeta, sono già convinti del risultato: e cambiano spesso idea. Prima volevano il Congresso chiuso, ermeticamente. Ora, che hanno trovato il candidato, gli va bene pure il Congresso aperto. E anche subito, e sono gli stessi che il Congresso hanno fatto in modo di rinviarlo.

Sono convinti di sapere come andranno a finire le cose, perché lo sono sempre: infatti le cose non vanno a finire mai come dicono loro. Ma non fa niente. Hanno un pianeta da difendere.

Non si estingueranno con un meteorite, però. Ci vuole cultura e politica, un nuovo metodo e contenuti che cambino le cose. Quando guardate il cielo, sforzatevi di indirizzare lo sguardo più in là, verso sinistra. Le altre costellazioni si sono spostate già. E si confondono tra loro, in un disegno che sembra un arabesco. O un gomitolo di complicazioni, come dice il Gadda che trovate in libreria.

Trovereste alcuni segnali di vita. E alcune luci, che a poco a poco si accendono.

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