Caro Stefano (nel senso di Rodotà),

ho seguito la conferenza stampa tua, di Maurizio Landini e Gustavo Zagrebelsky. Ne ho apprezzato toni e contenuti e mi è sembrato uno dei pochi momenti nei quali si sia fatta politica, nelle ultime stravolte settimane.

Se non abbiamo idee forti, siamo morti, mi scrive un amico caro. E l'altra sera ne ho discusso con Jacopo Fo, che giustamente richiamava la politica alla concretezza che solo un cambiamento radicale di punti di vista può assicurare.

Solo mi chiedo e ti chiedo, rivolgendomi a te con la stima di sempre: dove lo facciamo, questo dibattito? Qual è l'occasione vera e largamente partecipata per discuterne? Quali modalità di emergenza (parola rovesciata in questi giorni, per le solite urgenze del solito qualcuno?) adotteremo?

Perché sono dispiaciuto, ma le nozze scozzesi (tua definizione) del M5s proseguono, nonostante il parere (altrettanto dispiaciuto) di milioni di elettori. Perché di piccole etichette a sinistra ne abbiamo già viste molte, abbiamo apprezzato albe radiose e vertiginosi tramonti.

Come sai, penso che l'unico luogo di dibattito sia il Congresso del Pd. L'unica speranza – che certo appare paradossale – di cambiare le cose in profondità. L'unico modo per non consegnare alla destra (perché questo stiamo facendo) e all'indistinto tutto il patrimonio di passioni, esperienze, anime (belle, anzi bellissime) che hanno formato una storia preziosa, da Dossetti a Berlinguer, da Pertini ai ventenni di oggi, che ci guardano con speranza e smarrimento, ma che sono giovani davvero. E liberi più di quanto lo siano state le generazioni di mezzo, nelle terre di mezzo di una politica compromissoria e inconcludente, incapace di cambiare prima di tutto se stessa.

L'unico modo per portare i diritti degli ultimi e di coloro che rischiano, che investono sul futuro, che studiano e che lavorano al governo del Paese, e non all'opposizione di un altro governissimo (o, forse, governino) così.

Vorrei un tuo parere e, te lo dico spudoratamente, vorrei contare su di te. Sarebbe un peccato disperdere e disperderci, proprio ora, senza trovare una chiave comune per cambiare. E riscattare il presente, il passato e anche il futuro.

So benissimo che è un disegno folle, secondo le consuetudini di oggi, e le convenienze di tutti e di ciascuno. Ma io penso che la sinistra proprio questo debba fare, proprio questo debba essere.

Con affetto,

pippo

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