Lucrezia Ricchiuti e i 101 giorni del governissimo.

Sono passati 101 giorni dal quel fatidico giorno che non potrò mai più dimenticare. Perché da neoeletta e perfetta sconosciuta ho dovuto affrontare l’assemblea del gruppo dei senatori del pd e dire che io, no, quel governo con il pdl non potevo votarlo.

Non è stata una scelta facile soprattutto quando sei la sola a farlo. Per due sere consecutive non avevo chiuso occhio, non ci riuscivo. Poi ho pensato alla mia campagna delle primarie e a quella elettorale, alla mia storia politica e alle cose che fino a quel momento avevo fatto, alle convinte promesse di cambiamento fatte negli incontri elettorali, alle mail e ai messaggi che avevo inviato. Al motivo perché io, assessore da neanche due anni, avevo deciso di candidarmi con l’avvallo del mio sindaco: la solitudine che ti accompagna quando fai delle scelte difficili e anche pericolose e temi non tanto per te ma per la tua famiglia.

Decidere di impegnarti per il rispetto delle regole in un contesto dove queste sono state dimenticate, cancellate per gli interessi dei soliti noti, e dove quei noti magari appartengono anche alla ‘ndrangheta, è una scelta difficile e che non paga in termini politici ma paga tanto per la tua coscienza, perché ci credi e speri di cambiare le cose soprattutto per la maggioranza dei tuoi paesani che sono delle brave persone

Ed ecco l’idea che forse a Roma qualcuno avrebbe potuto dare voce ai tanti amministratori che ogni giorno combattono in solitudine la loro battaglia, perché il ruolo per cui sono stati eletti lo possano esercitare in pace, senza paure e intimidazioni.
Beh mi sono detta in quelle due notti, come puoi Lucrezia allearti con un partito il cui leader ha usato il Parlamento per i suoi esclusivi interessi? Per uno che considera Mangano un galantuomo e ha come amico fraterno Dell’Utri? Come puoi avallare un governo con un partito che hai combattuto da sempre non tanto e non solo perché ha una concezione della società e del mondo diversa dalla tua ma soprattutto perché ha ridicolizzato l’Italia nel mondo e ci ha fatto sprofondare in un degrado culturale difficile da recuperare. E sono contenta di aver fatto una scelta di cui non mi pentirò MAI.

In questi 101 giorni di governo delle lunghe attese, di cose ne sono successe tante. Questo governo ha sulla coscienza la bocciatura di un galantuomo come Rodotà a Presidente della Repubblica, ha sulla coscienza l’aver umiliato un uomo come Prodi, ha sulla coscienza non aver voluto trattare con i 5S per trovare una soluzione diversa. Ma soprattutto ha sulla coscienza aver tradito i nostri elettori ed iscritti. Ha sulla coscienza il perseverare ad ignorare sempre e comunque la loro voce, quasi fossero un corpo estraneo.

Lo ha fatto per la scelta degli alleati, lo ha fatto per gli F35, lo ha fatto per la fiducia ad Alfano. Un partito senza coraggio e senza coerenza che ha smarrito la strada, senza una guida infestato da correnti che hanno come fine l’autoconservazione.

In questi 101 giorni ho votato tanti decreti legge, in fretta e furia. Avevamo promesso che avremmo usato lo strumento del decreto con parsimonia… stiamo facendo esattamente il contrario. Qualche decisione buona l’abbiamo anche presa, ma manca la capacità di fare scelte, magari poche, ma importanti, coraggiose, che diano un segnale di svolta. Il decreto fare… beh una maionese impazzita. Imu, Iva, Tares tutto rimandato.

Adesso B. è stato condannato.

Pensavo di vedere nei miei un’esplosione, una rivolta liberatoria. Ho notato solo qualche foruncolo e pure interno, ma è normale, mi dicono, con un governo adolescente potevi aspettarti solo questo. Mah io invece mi auguravo una bella acne. Chissà, magari dovrò aspettare il congresso… già il congresso.

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