Marco Boschini si arrabbia, ma il ministro Mauro va avanti sulla propria strada, volevo dire: rotta.

Si devono comprare gli F-35 perché abbiamo speso più di tre miliardi per sistemare la portaerei che li dovrebbe portare, appunto. Non per uno stupido motivo, ma per un disegno chiarissimo e un'argomentazione che ormai è diventata perfettamente circolare. Alla domanda «perché compriamo tutti gli F-35?», Mauro avrebbe potuto anche rispondere: «perché sì!». Sarebbe stata la stessa cosa.

Rete Disarmo fa notare alcune contraddizioni:

Per prima cosa si conferma quanto la campagna “Taglia le ali alle armi” dice da tempo: per la struttura del programma F-35 attualmente non sono previste penali in quanto gli accordi e i contratti (sottoscritti con il Governo degli Stati Uniti e non con Lochkeed Martin e per questo motivo soggetti ai cicli di acquisto USA) vengono definiti annualmente. Per questo motivo basta bloccare la decisione di acquisto per ciascuno dei lotti successivi, anche se iniziati con pre-acquisti di alcuni pezzi, per azzerare qualsiasi onere futuro sui velivoli. Un elemento da sempre sottolineato dalle campagne che si oppongono al cacciabombardiere, ma che è stato addirittura ancora utilizzato da diversi esponenti parlamentari nel corso delle recenti discussioni alla Camera ed al Senato sulle mozioni “NO F-35”.

In secondo luogo, emerge chiaramente la scarsa considerazione in cui è tenuto il Parlamento costretto in questi anni (e numerose volte, di recente) a sorbirsi numeri fasulli e non completi relativamente al programma F-35 ed alle situazioni ad esso connesse. Come è accaduto oggi nel conteggio dei costi sostenuti per la Portaerei Cavour – i 3,5 miliardi sono una cifra molto al di sopra del prezzo di produzione della stessa e probabilmente comprendono anche le spese sostenute per la gestione, l’esercizio e l’addestramento – e come già successo nei giorni scorso proprio a riguardo del caccia F-35. Lo stesso Ministro Mauro ha infatti dichiarato pubblicamente che i 90 caccia in previsione costeranno 12 miliardi di euro (confermando le stime di “Taglia le ali alle armi”) dicendo però che i primi esemplari costeranno circa 100 milioni di euro con un presso in discesa (60 milioni) per i successivi esemplari. Come sia possibile con un costo totale che, con una semplice operazione di algebra elementare, comporta una media di costo a velivolo di oltre 130 milioni di euro resta un mistero che il Ministro dovrebbe chiarire meglio…

Infine, la terza sottolineatura è sull’affanno con cui il Ministero della Difesa e i fautori del programma JSF continuano e cercare di giustificare questa scelta difendendo l’indifendibile. Non potendo addurre motivazioni strategiche, militari ed operative serie (se non il reiterato “sono indispensabili” che dovrebbe chiude ogni possibile replica e che fa sembrare altamente ridicola l’accusa di “ideologia” avanzata verso i gruppi pacifisti e disarmasti) si continuano a cercare le motivazioni più disparate e inconsistenti. Dalle penali, ormai smentite, al ritorno occupazionale che non regge più nemmeno con previsioni ridotte ai minimi termini. Dalle possibili ricadute tecnologiche, assolutamente scarse e che avremo semmai fra diversi anni, fino al ritorno industriale che secondo il Ministro dovrebbe addirittura superare in valore assoluto la spesa totale del nostro Paese. Sarebbe un vero e proprio “miracolo italiano” per un progetto di cui siamo solo subfornitori in percentuali basse e senza nemmeno una spinta utile in direzione di ricerca e sviluppo. Fino ad arrivare al tentativo (continuo, di recente) di giustificare l’acquisto dei caccia F-35 come mera conseguenza della precedente scelta di varare la portaerei Cavour. Un “effetto domino” costoso e insensato che non reggerebbe in qualsiasi altro contesto (voi giustifichereste l’acquisto di nuovi treni ultraveloci con i costi già assunti per la costruzione e la gestione delle stazioni in cui si fermeranno?).

Ora, spero che il Parlamento voglia rendersi autonomo e sovrano, come dovrebbe essere, e valutare il complesso di informazioni che stanno arrivano da settimane sull'argomento (alla spicciolata, e già questo la dice lunga) per prendere una decisione seria e responsabile, che gli italiani possano comprendere, rispetto alla difficile situazione economica che stiamo attraversando.

Non dovrebbe essere poi così difficile.

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