Ho deciso, dopo aver letto le cronache romane del Pd, da cui non mi sono mai sentito più lontano.

Dopo aver sentito parlare per settimane di regole, correntoni, rischio scissioni (il solito Franceschini, che ne parla sempre, in modo fin sospetto), piccioni, contropiccioni, candidature in Europa, candidati che avevano giurato di non candidarsi che forse si candidano, battute penose, è venuto il momento di lanciare il manifesto contro il tatticismo, i calcoli e i trucchi.

Dopo aver scorso le pagine di giornale in cui Letta dice che si andrà avanti per diciotto mesi (in attesa di un rinvio che riguardi anche quella scadenza), Cicchitto blocca le norme anti-corruzione che don Ciotti ci ha proposto, l’Fmi sostiene che bisogna abbassare le tasse sul lavoro e non quelle sulla casa (ma noi non possiamo, perché Berlusconi si arrabbia), penso che dobbiamo cambiare discorso.

Concentrarci sulla ricostruzione di un centrosinistra di governo (senza suffisso con il superlativo), studiare una strategia che ci consenta di uscire da questo eterno impasse e da un’alleanza innaturale, andare alla ricerca di tutte le forze buone che ci sono nel Paese.

E smetterla con i calcoli e con i sondaggi, e provare a parlare di politica, senza farci distrarre da cose totalmente inutili.

Sono anni che la politica è ammalata di tattica, che poi per altro nove volte su dieci si rivela sbagliata. È venuto il momento di prenderne atto.

Ci riusciremo? Sì.

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