Epifani dice che è una rivincita rispetto a febbraio (e fa capire che è una vittoria preparata da Bersani). Altri fanno notare che hanno vinto i sindaci della loro corrente. Altri ancora spiegano che il governo durerà fino al 2015.

Secondo me, dovrebbe prevalere un po’ di cautela. Perché lo stesso giorno in cui si celebra la vittoria alle Amministrative (bella e soddisfacente per il centrosinistra, ma condizionata dall’astensionismo dilagante), Brunetta stoppa il governo sul falso in bilancio, arriva conferma che l’Iva crescerà di un punto (salvo miracoli) e che tutto rimane legato alle dinamiche tra Pd e Pdl e all’interno dei due partiti.

I piani sono diversi: c’è chi prende tempo, e chi ha fretta. A me, con tutto il rispetto, interessa molto poco il ‘borsino’ dei giornali di questa mattina: ho visto vincere Paola a Molfetta e Paolo a Seveso e tutti gli altri sindaci che sono andato a ‘salutare’ e, per quello che ho potuto, sostenuto, da Sestri Levante a Noci, passando per alcuni municipi di periferia della Capitale. E non so nemmeno di che corrente fossero (e ci mancherebbe). E penso che sia merito loro, soprattutto, e del fatto che il Pd sia un partito, forse l’unico. E che con la bassa affluenza, ciò si veda ancora più nitidamente.

Anche il calo del M5S non mi sorprende, perché da mesi racconto, senza la malizia che mi viene attribuita da alcuni audaci commentatori, che quando si prende il 25% partendo da zero, forse si dovrebbe pensare a che cosa fare, oltre a estendere l’insulto a giovani e anziani, soprattutto quelli più vicini e curiosi del movimento.

Ciò che mi preme è però ricordare che la questione è un po’ più profonda di così, che dobbiamo fare in fretta a confrontarci sulle scelte politiche che riguardano il livello nazionale proprio perché abbiamo bisogno di tempo per sistemare alcune cose di una qualche importanza, tipo pensare a come fare (o rifare) il centrosinistra a livello nazionale. Come diceva Saramago, non bisogna avere fretta, non bisogna perdere tempo. Che sembra una contraddizione, ma per il lavoro culturale e politico e sociale che ci attende, non possiamo essere precipitosi. Né attendisti.

Se abbiamo vinto le elezioni nei Comuni, è una bella cosa per tutti. Averle vinte in regioni che avevamo perso malamente a febbraio (come in Campania, dove i capilista erano l’attuale premier e l’attuale segretario-reggente) è un’ulteriore buona notizia. Vedere il Pdl e la Lega in difficoltà, è un sollievo soprattutto al Nord, dove Maroni si era imposto nonostante tutto e grazie al traino nazionale.

Ora dovremmo capire che cosa faremo per portare il Pd (e il resto del centrosinistra) al governo (senza Pdl, eh), con quale legge elettorale e soprattutto per fare cosa. E scusate se è poco.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti