Se il Pd di Epifani si chiude in commissione per scrivere le regole di un Congresso che avremmo già dovuto lanciare (perché così avrebbe previsto lo Statuto, essendo in ogni caso esaurito il mandato precedente, anche al di là delle dimissioni di Bersani), noi il Congresso lo apriamo comunque.

E lo apriamo non nel chiuso delle nostre stanze, appunto, ma in giro per l’Italia, e dentro la società. A cominciare da tutto ciò che si muove nel Paese, in politica e non solo.

Ripartendo dai movimenti, ma anche dalle liste civiche: ne parlavo oggi con Giacomo Portas, leader dei Moderati, con cui promuoveremo presto un confronto. Per arrivare al cuore della nostra iniziativa politica, a tu per tu con chi produce e chi crea, chi lavora o cerca un lavoro (che è comunque un lavoro e uno dei temi da cui ripartire con strumenti nuovi). Provando a mettere insieme domande e risposte (risposte pertinenti, eh), in una logica di scambio e di rappresentanza che non neghi i conflitti ma li sappia interpretare, che non faccia saltare i timpani ma apra i padiglioni dell’ascolto e dell’attenzione.

Perché si parte dalle cose che non vanno, per andare da qualche parte. Con un progetto politico inedito.

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