Anzi, la non-corrente, che va più di moda. Perché molti mi chiedono: ma quanti sono i civatiani (aiuto!) in Parlamento? Quand’è che si faranno sentire chiedendo per loro un incarico? Perché non partecipano alle riunioni notturne? In che rapporto sono con i marziani, i venusiani e i saturnini?

Rispondo con tranquillità: in Parlamento di civatiano non c’è nessuno. Nemmeno quel Filippo Civati che leggo sui giornali.

Prendendo spunto da Hemingway, quello che propongo al Pd è di riconoscere l’esistenza di una corrente mobile (e nobile), che appunto nobiliti il ruolo di chi è stato eletto con le primarie, di chi non è ancora affiliato a nessun club e che attende con un’impazienza crescente di vedere valorizzate le proprie qualità. Senza immaginare di assorbirli in una corrente o in una parrocchia, né di portarli tutte le sere in trattoria a parlare tra loro. Privilegiando l’attività legislativa e di relazione con gli elettori, all’attività di retroscena e di relazione tra le correnti, per cui, tra l’altro, ci vuole un dottorato di ricerca lungo quanto una legislatura.

La corrente mobile è una corrente che può avere ragione o torto, vincere o perdere, ma secondo me farebbe vincere il Pd. Così, a occhio.

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