Sono stato sempre scettico sul doppio turno delle primarie (Pisapia a Milano ha vinto con il 40 e rotti e con un margine minimo su Boeri e nessuno si è mai sognato di dire che non fosse legittimato da tutti a fare il candidato sindaco). E lo sono stato ancor di più con primarie così polarizzate, dove i due principali candidati hanno preso 4/5 dei voti.

Ho denunciato, poi, in modo disinteressato, alcuni aspetti delle regole delle primarie, a cominciare dal fatto che queste regole le avremmo dovute definire prima di iniziare, per evitare che ciascuno le vivesse come un trucco a favore degli ‘avversari’.

Inoltre, la questione sedicenni, ad esempio, non l’ho ancora capita, anche perché i sedicenni in Lombardia alle primarie potranno votare, tra venti giorni. E forse son sedicenni più maturi degli altri, quelli lombardi.

Ora, la questione pre-registrazione ha tenuto banco in queste primarie più della questione fiscale e della politica estera. E le polemiche continuano. E continueranno.

La mia proposta è quella di aprire nuovamente la pre-registrazione nelle sedi elettorali previste, entro i termini previsti dal regolamento, senza chiedere giustificazioni eccessive, né ulteriori restrizioni come quelle previste dalla mitica Delibera 25 (che sembra il titolo di un romanzo giallo o di un libro di Vonnegut).

Lo so che ciò è contrario alla ratio della norma (che prevede che la registrazione avvenisse comunque prima del momento del voto, ovvero prima del momento del primo voto, come iscrizione alle liste elettorali) e che “non si cambiano le regole in corsa”, ma uno schieramento che vuole cambiare il Paese, forse, può orientarsi verso il buonsenso. E risparmiarsi discussioni un po’ surreali.

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