Il dato più clamoroso di queste primarie riguarda senza dubbio alcuno la Toscana (anche altre «zone rosse», come la provincia di Pesaro, ma il risultato non è certo paragonabile sotto il profilo quantitativo e qualitativo).

Emanuele mi fa notare alcuni confronti con le primarie del 2009 (non automatici sotto il profilo politico, ma indicativi di aree culturali all’interno del centrosinistra) che possono essere utili per comprendere il quadro attuale:

Nel 2009 e oggi – a livello nazionale:

Bersani 1,623,239 –> Bersani 1,387,465
Franceschini 1,045,123 –> Renzi 1,099,612
Marino 380,904 –> Altri 605,028

I dati totali dei votanti sono più o meno gli stessi. In Toscana, invece, cambia tutto:

Nel 2009 e oggi – la sola Toscana:

Bersani 131,689 –> Bersani 152,144
Franceschini 112,390 –> Renzi 224,311
Marino 38,048 –> Altri 53,128

Nel 2009 Bersani aveva vinto in Toscana, senza raggiungere il 50%, ma con un risultato comunque notevole. Questa volta, invece, pur prendendo parecchi voti in più, è stato Renzi a vincere nettamente.

Al di là dei motivi politici che andranno ulteriormente indagati, la capacità di mobilitare gli elettori a cui puntava Renzi si è realizzata soprattutto nella sua regione, dove per altro la squadra di Bersani è rappresentata da una delle sue voci più autorevoli, il presidente della Regione, Enrico Rossi.

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