Per cambiare la mobilità in Lombardia, bisogna sciogliere alcuni nodi, come consiglia di fare Andrea Boitani nel suo libro-intervista I trasporti del nostro scontento (il Mulino).

Sciogliere i nodi, come abbiamo già detto, significa ridurre la grandeur delle grandi opere, optando per investimenti che Boitani stesso definisce «a presa rapida», che garantiscano effetti immediati per l’economia e la soluzione di alcuni annosi problemi di circolazione all’interno della regione.

Significa puntare sui treni a velocità bassa (acronimo: tvb), quelli dei pendolari, prima di rilanciare sull’alta velocità.

Significa investire sull’aureo concetto del «lasciar giù la macchina», integrando trasporti e servizi, a cominciare da un sistema di parcheggi associato alle linee di trasporto pubblico nei luoghi strategici, indicando in tempo reale a tutti i viaggiatori, con una semplice informativa sul telefono, ad esempio, quali sono i tempi di percorrenza in un caso o nell’altro. «Decongestionare» fino a qualche tempo fa era tradotto in «costruire nuove opere»: la priorità, ora, deve essere far funzionare al meglio quelle esistenti, collegando tra loro le infrastrutture che già esistono.

Significa programmare autostrade sempre più telepass oriented, per tracciare il traffico e per evitare il consumo di suolo degli svincoli e delle uscite pedaggiate.

Significa mutuare il sistema di Area C in altre realtà lombarde, come ha sostenuto, qualche giorno fa, Carlo Monguzzi, presidente della commissione Mobilità a Palazzo Marino: togliere alle auto, per dare ai tram e ai servizi della mobilità collettiva.

Significa fermare lo sprawl urbanistico (come si fa, ad esempio, nei Paesi Bassi) perché la dispersione dell’abitato crea problemi non solo all’ambiente, ma anche – e soprattutto – alla mobilità.

Significa aumentare il biglietto per offrire un servizio migliore. Anzi, offrire un servizio migliore e solo sulla base di questo miglioramento aumentare il prezzo del biglietto. Documentando i motivi e rendendo trasparente le modalità attraverso le quali si decide che il prezzo debba cambiare.

Significa fare così, per cinque anni. Con costanza e rigore.

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