Continuano ad arrivare i contributi per la Prossima Lombardia.

Oggi ci occupiamo di infrastrutture, partendo da un libro appena pubblicato. Si intitola Cosa fare, come fare. Decidere insieme per praticare davvero la democrazia. L’autrice è Iolanda Romano, l’editore Chiarelettere.

Il punto da cui muovere è questo: «è estremamente importante che, d’ora in poi, il confronto anticipato sulle opere sia previsto per legge. […] Il governo potrebbe aprire una nuova stagione di riflessione collettiva, pubblica e trasparente sulle grandi infrastrutture che saranno realizzate nei prossimi anni. […] Un confronto pubblico nazionale di questo respiro consentirebbe di svolgere gli “stati generali delle infrastrutture dei trasporti e della logistica” con una programmazione condivisa, accogliendo positivamente il desiderio diffuso di molte cittadine e cittadini italiani di poter capire, essere coinvolti, esprimere la propria idea di mondo, sapendo che saranno ascoltati, analogamente a quanto è avvenuto in Francia nel 2007 per le politiche ambientali con il Grenelle Environnement».

Ecco, immaginate che il confronto con le comunità locali non sia fatto a posteriori, ma anticipatamente. Che il percorso e il dibattito siano pubblici, come sta cercando di fare, al governo, il ministro Barca. Che i tempi siano definiti e certi, proprio perché più certa possibile è anche l’informazione.

Immaginate che siano i cittadini interessati a poter discutere le strategie di sviluppo della propria Regione e siano messi nelle condizioni di valutare, alla fine del percorso, i risultati che sono stati ottenuti.

Immaginate che tutto sia tracciabile, e valutabile, passo passo.

Immaginate che ci sia una sede indipendente di confronto, in cui tutti possano misurarsi, e chi governa sia costretto a rendere conto ai propri concittadini, all’insegna di una condivisione che è anche convivenza, e di un processo di partecipazione non retorico (come se ne sentono molti) ma organizzato e definito con regole e metodi precisi.

Immaginate che tutto questo sia fatto non per non fare le opere, ma per farle bene. Con misura e ragionevolezza. E non per favorire questo o quello, ma per mettere a disposizione dei lombardi le soluzioni migliori. E quelle che ci possiamo permettere. In tutti i sensi.

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