Abbiamo detto ieri del consumo di suole (da preferire al consumo di suolo, di cui parleremo più avanti).

Dopo un’elezione low cost, ci sono alcune cose da fare.

Impegnarsi a rinunciare ai regali, per prima cosa.

Ridurre all’essenziale le spese di rappresentanza. Tipo a quando arriva Ban Ki Moon, per capirci.

Ridurre il ricorso alle consulenze: perché è vero che la Lombardia ha meno dipendenti delle altre Regioni, ma rispetto ai consulenti non si può dire la stessa cosa (fin dalla Casta del 2007 di Rizzo e Stella, la letteratura è in questo senso è notevole: cfr. in proposito il nostro Libro Grigio).

Rendere meno appetibili le indennità e rendicontare tutto, come il Pd ha già fatto in due direzioni: insistendo perché fosse approvata una legge che cancella i vitalizi e riduce le retribuzioni e pubblicando i dati del proprio bilancio di gruppo.

Poi molto riguarderà i comportamenti dei singoli, ovviamente.

Lo stesso vale poi per le sedi, quelle interne e quelle estere, che non si capisce bene a cosa servano. E se non servono vanno chiuse, non è molto difficile.

Così come i numerosi piani dei due grattacieli di cui dispone il presidente. Sono due da una parte e un terzo dall’altra (con l’aggiunta dell’ormai famosa nuvola, tra l’altro). Ne basta uno.

Ai piani alti ci si mette un asilo nido per le figlie e i figli dei dipendenti.

E si ripensa alla distribuzione degli uffici e dei dipendenti, perché la grandeur è il momento di lasciarsela alle spalle. Nella prossima Lombardia la parola d’ordine sarà misura.

P.S.: intanto, prosegue la raccolta di idee per la Prossima Lombardia. Partecipate anche voi.

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