Girano incredibili leggende metropolitane a proposito delle regole delle primarie: c’è chi dice che per presentarsi ci vorranno decine di migliaia di firme, una quota di delegati che nemmeno D’Alema, la tessera della Coop e una zia socialdemocratica tedesca. C’è chi è certo che si farà un albo, da firmare fino a un giorno prima delle operazioni di voto, tipo check-in. C’è chi, invece, è scettico sulla possibilità stessa che sabato ci siano i numeri per votare la modifica dello Statuto.

Poi c’è la questione della coalizione: in questo senso, tutto dipende da Vendola e dalla sua candidatura. Se lui non c’è, non c’è nemmeno la coalizione. Pare che si candiderà oggi o forse domani, con un comunicato molto semplice: la coalition c’est moi.

È tutto alla rovescia: avessimo fatto tutto a luglio, e avessimo stabilito le regole prima di conoscere il nome dei candidati, le primarie del centrosinistra (quale centrosinistra?) sarebbero state una cosa seria.

Poi c’è Primario Monti e mezzo Pd che vota questo o quello ma in realtà si augura che rimanga Monti. Tanto per fare un po’ di confusione, mettere nel panico Sel e poi tornare al tecnico, incuranti di quello che succederà alla nostra sinistra.

Insomma, sembra quasi che ci piaccia soffrire, e che adottiamo tutti gli strumenti a disposizione per farci del male.

Il bello è che ormai è troppo tardi per fermare la macchina (e anche il gioioso camper da guerra), che nessuno si sogna di dirlo e che tutti procederanno per inerzia fino alle politiche del 2013, anch’esse coperte da un’incognita: con quale sistema elettorale si voterà? Perché la contraddizione del Pd riguarda, con evidenza, anche questo aspetto.

In tutto questo, mentre aspettiamo l’assemblea più importante della storia del Pd (qualcuno dice sia anche l’ultima), vale la pena di insistere su alcuni aspetti.

Innanzitutto, le questioni politiche, che più ci dovrebbero interessare e che dovrebbero essere affrontate in modo analitico, come stiamo cercando di fare con i Referendum che ormai conoscete.

In questo senso, si capisce che cosa intendessimo con OccupyPrimarie, muovendo dalla riforma fiscale, che è la cosa più importante.

E in più alcuni messaggi chiari che l’assemblea avrebbe potuto assumere già, come ad esempio il seguente:

Deputati a progetto, a tempo determinato, ciascuno con un obiettivo preciso. E tutti scelti con le primarie.

Perché, soprattutto se rimarrà sospesa la questione della premiership, è il caso di attrezzarsi per dare al Pd una rappresentanza di grande qualità, competente e in costante rapporto con gli elettori.

È così difficile? Forse sì.

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