Oggi Ignazio Marino dichiara, sconsolato:

Si troverà un modo per non fare le primarie e questo secondo me è un errore. Credo che al di là di queste baruffe – spiega il senatore, riferendosi al dibattito interno al Pd sulle Primarie – l’idea di scegliere un candidato Premier con un programma e con delle idee precise sia importante, piuttosto che dire che ci si allea con un partito o con un altro, perché dai sondaggi mi sembra che ci sia quel 4% che mi faccia scattare il premio di maggioranza. Così non si va da nessuna parte – conclude Marino – il paese ha bisogno di risposte.

Il punto però è da cercare altrove, e ben prima delle primarie, se posso dire così.

Perché al chiasso che precede la competizione per la scelta del premier, corrisponde un silenzio molto sinistro e anche molto destro: lo scrive oggi la Stampa, e lo riprende, sotto un altro punto di vista, anche Alessandro Gilioli. Il primo passaggio è dedicato all’accordo Pd-Pdl:

Insospettisce l’assenza di polemica. Non c’è stato alcuno scambio di accuse. L’accordo sulla legge elettorale era stato raggiunto e poi, se si dà retta alle ricostruzioni più in voga, il Pd se l’è rimangiato per effetto di certe reazioni interne assai negative, prima tra tutte quella di Romano Prodi. In questi casi di solito scoppia il finimondo. E invece stavolta (ecco la singolarità), silenzio. Dal Pdl non si è levata una sola voce per denunciare vere o presunte scorrettezze. In particolare tacciono i protagonisti della trattativa, a cominciare da quel Verdini che per settimane aveva dialogano fitto fitto con il braccio operativo di Bersani, Migliavacca. Chiunque, al posto di Verdini, avrebbe gridato al tradimento, alla doppiezza degli ex-comunisti eccetera. Il buon Denis stranamente tace, e viene da domandarsi il perché.

Il secondo passaggio è dedicato a quanto ha sostenuto Massimo D’Alema ieri a Reggio Emilia:

Di là delle schermaglie, della “propaganda”, Massimo D’Alema non ha dubbi su chi governera’ in caso di vittoria del centrosinistra: Pd-Udc-Sel. “L’ideale sarebbe stare da soli”, ha premesso scherzando l’ex premier intervistato alla festa del Pd di Reggio Emilia. “Siccome non si può e il Pd non sarà autosufficiente, se vinciamo le elezioni governermo con la sinistra di Vendola e i moderati di Casini, indipendentemente da quello che dicono. E’ propaganda”, ha assicurato. – “Noi siamo garanti che si farà questo governo”, ha proseguito D’Alema.

Ecco, prima di dilaniarci su Renzi e di “farci esplodere”, come ha fatto oggi Fioroni, con argomenti privi di senso contro questo o contro quello, vogliamo discutere dello schema politico a cui ci stiamo consegnando, senza praticamente parlarne?

Così, prima che la fuga dalle primarie che qualcuno auspica e altri temono, non diventi una fuga dal Pd.

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