Da tempo ci sto riflettendo, su questa cosa che Crosetto denuncia.

In realtà, mi sorprende che nemmeno lui abbia capito che per Berlusconi l’imposizione a Formigoni e alla Regione più bacchettona d’Italia di Nicole Minetti sia stato un messaggio potentissimo. Una manifestazione del potere berlusconiano giunto al parossismo, un gesto iconoclasta e terminale.

Se si vuole, una sorta di indizio, come quello dei serial killer, che vogliono, inconsapevolmente, essere fermati. Peccato che non ci fosse nessuno a farlo, nel Pdl e in una larga parte dell’opinione pubblica.

Del potere berlusconiano Minetti non era un’eccezione, era una regola. Era una sua manifestazione plateale (e in Berlusconi tutto è stato plateale, se ci pensate) e un suo inveramento. Plastico, direi.

Anche perché per mesi, in quei corridoi, non si è fatto altro che parlare di lei e dell’incredibile profluvio di gossip che portava con sé (e succede ancora, anche ai palati più fini).

In un clima da caserma, perché quasi tutti gli altri sono maschi, come accade spesso nella politica italiana, e come capita soprattutto in Lombardia, dove Formigoni non ha mai fatto mistero della propria misoginia politica (ha avuto addirittura una giunta composta per anni da soli uomini, nella precedente legislatura, senza fare un plissé).

E sapete perché ne sono convinto, fino in fondo? Perché Berlusconi non aveva alcun motivo reale (politicamente) per farlo. Non certo per soldi, che non ci crede nessuno che Berlusconi non potesse assicurare un ‘fisso’ alla sua ‘ragazza’. No, lui voleva fare quello che ha fatto. Precisamente quello che ha fatto. Fare di Nicole Minetti un consigliere regionale. Come gli altri, che poi inevitabilmente avrebbero finito per assomigliarle (cercate di capire che cosa intendo dire), nella percezione delle persone. E sapeva che Formigoni avrebbe accettato, ma per motivi diversi, opposti, convinto com’era e com’è di essere «intoccabile»: il rovescio di Berlusconi, che invece era «toccabilissimo» e non ha mai fatto nulla per dissimularlo.

Ora Formigoni dice che Minetti gliel’ha presentata don Verzé (l’uscita, se ci pensate, è irresistibile). Ma la verità è che Minetti è la manifestazione del manierismo tipico del berlusconismo compiuto, nella sua fase più matura. Che non a caso è finito così, con un Parlamento a votare per Ruby-nipote-di-Mubarak e non con le riforme epocali che tutti attendevano. Quelle non sono mai arrivate.

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