Leggo di un’altra storia edificante che ci proviene dai palazzi romani.

Perché un ex-presidente della Camera debba conservare un ufficio, una segreteria e l’auto blu, davvero fatico a capirlo.

Ma ancora più difficile da capire è l’atteggiamento di chi ritiene addirittura «ipocrita» voler rinunciare a un privilegio difficile da giustificare.

Dopo otto legislature, poi, ed avere rinunciato a ricandidarsi nel 2008 è ancora più incomprensibile. Violante disse di voler rinunciare, per fare largo ai giovani. Fu uno dei pochi. Disse di volersi dedicare all’insegnamento e alla formazione politica. Poi, in realtà, si mise ancora direttamente a disposizione del Pd e di Bersani, divenendo responsabile delle Riforme: uno degli incarichi più importanti e strategici, che non a caso si è tradotto nell’impegno diretto nella riforma del sistema elettorale di cui si discute in queste ore.

Ora, se vogliamo prendere le cose nel verso giusto, e usare le parole in modo appropriato, fossi in lui non mi appellerei all’«ipocrisia», perché in questa storia ce n’è già a sufficienza.

Lo stesso vale per altri importanti big del Pd. A cui mi rivolgo, con gentilezza, per chiedere a ciascuno di loro, fin da ora: intendete rinunciare a candidarvi ancora, nel 2013, dopo aver concluso il vostro terzo mandato (così come previsto dallo Statuto del Pd, che è stato scritto proprio dai big di cui stiamo parlando) oppure intendete chiedere la deroga, prevista in casi eccezionali, che vi sentite di rappresentare? E, nel caso, «per fare largo ai giovani», quali saranno le vostre prossime mosse?

Ecco, ci piacerebbe saperlo oggi, perché la campagna elettorale è già iniziata. Ed è giusto non prendere in giro gli elettori.

Siamo certi che tutti risponderanno prontamente. E, ovviamente, senza alcuna ipocrisia. Perché non è da noi.

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