Gianclaudio in viaggio verso Milano, l’altra notte. Verso un’Italia diversa, verso la politica. Un pezzo bellissimo, che mi ha fatto molto pensare.

Il viaggio di domani potrebbe essere l’ultimo fatto per questioni politiche. Oppure l’ennesimo.

Non sono incline ai facili entusiasmi, non mi rassegno a cedere al pessimismo. Credo che le cose accadano nel momento in cui devono accadere.

Sento che questo paese ha bisogno di esempi, di riferimenti chiari, di parole forti, ma condivisibili. Di modelli di comportamento, di fari che illuminino il cammino. Non di diktat, non di personalismi, non di cattivi maestri.

Credo che questo paese abbia bisogno di un sussulto collettivo, non della scossa imposta da un solo individuo.

Credo che questo paese abbia bisogno di persone che sappiano rispettare di più se stesse e quindi gli altri. Credo che l’Italia sia di fronte ad una grande prova di maturità. Ciascuno di noi lo sia.

Quando ero bambino pensavo che avrei fatto politica perché mi affascinava, oggi sento di dover fare i conti soprattutto con me stesso, con la mia coscienza, poi con il resto. E quindi niente sarà a tutti i costi. Non sono disposto a pagare nessun costo.

Il fine non giustifica il mezzo, ma il fine è il mezzo. Così per combattere la corruzione devo essere incorruttibile. Per combattere l’evasione fiscale devo pagare le tasse. Per ottenere un mondo migliore non devo usare l’auto per ogni capriccio.

Qualche anno fa dissi a mia madre che quando avrei fatto politica avrei voluto che lei fosse la mia coscienza, capace cioè di avvisarmi quando cominciavo a cacare fuori dal vaso. Ho chiesto qualcosa di simile, negli anni, a qualche amico fidato. Ma ho capito che non basta. Che il lavoro più grande devo farlo io.

Non posso combattere chi faceva politica mentre ero bambino e vendeva belle speranze e che oggi continua a farlo, con molti capelli in meno, il giovanilismo sbiadito da 20 anni di chiacchiere al vento e incoerenza. Posso solo cambiare me stesso.

È un lavoro duro, ma efficace. E mi consente di sentirmi una persona. Solo se mi sentirò persona in mezzo ad altre persone come me farò politica. Altrimenti continuerò a pagare le tasse, rifiutare la corruzione, accettare quello che mi è scomodo ma fa bene al prossimo, non parcheggiare in doppia fila, non buttare le carte per terra…

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