Le condivido, da tempo. E sono un bel programma per il centrosinistra del futuro. Tutte in fila, senza punteggiatura.

C'è il passaggio che riguarda il limite dei tre mandati e del ricambio (l'anno scorso si sarebbe chiamata 'rottamazione') con la reintroduzione della preferenza (che Zedda associa, con qualche imprecisione, al referendum, ma il senso è chiaro):

Per il Parlamento direi massimo 3, eliminando la parolina 'consecutivi' che se no se ne fanno tre, poi una pausa, e poi di nuovo. Non è possibile fare il parlamentare a vita.

Non può far paura il voto di preferenza. Non piace ai gruppi dirigenti che non avranno più il potere di determinare chi far eleggere? Pazienza, se ne faranno una ragione.

C'è un codice di comportamenti e un approccio alla politica di segno nuovo, contro la costituzione dei gruppi di potere e con regole chiare, argomenti che ho spesso frequentato commentando il caso Penati e non solo:

Bisogna creare un sistema di regole che impedisca ai poteri forti di mettere radici nella politica debole.

Eliminare per gli appalti la regola del massimo ribasso. Fare bandi pubblici incrociando dati. Arrivare alle nomine negli enti attraverso manifestazioni di interesse.

Anche a Zedda non piacciono i governi cosiddetti istituzionali:

Sono contrario ai governi tecnici o istituzionali. È la politica deve fare la sua parte: si vada, allora, a elezioni.

Ecco perché abbiamo invitato Massimo Zedda a Bologna. Perché a Bologna, a ottobre, vorremmo costruire il centrosinistra. Quello dei prossimi anni. Insieme. Con i migliori che ci sono, in tutto il campo progressista. E all'insegna di una politica come in Italia non l'avete mai vista.

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